Monday, May 7, 2012

PROPATI DELLA ZITA Puglia-land with love

Cosa sono i Propati?! Ci sono tante cose che amo della Puglia - del Gargano precisamente - e questa è una di quelle cose. C'è anche tanto altro che mi fa sentire poco più di una turista, ma non è questo il luogo per disquisire su questo argomento. Vi presento allora un dolce tipico del periodo pasquale: ciambelle che profumano di tradizione e che portano fortuna - come vuole la tradizione, insieme ad un pizzico di fantasia - a chi le mangia; più in generale a questo Paese "zoccolo dell'Italia" che ne ha veramente bisogno...

CE L'HO, CE L'HO, MI MANCA ...!

700g farina 00
300g zucchero
2 uova grandi
100g vino bianco
40g olio extra vergine
12g lievito per dolci
2 cucchiaini di cannella
Un pizzico di sale
250g miele Mille Fiori
Buccia di limone e di arancia
50g cioccolato grattugiato (facoltativo)




A META' DEL LAVORO ...
Far bollire il vino bianco con la scorza degli agrumi e metà dello zucchero. Rompere le uova in una ciotola capiente, aggiungere il resto dello zucchero, un pizzico di sale e sbattere energicamente. Setacciare la farina insieme alla cannella ed al lievito; disponete il tutto su una spianatoia. Versate il composto di uova al centro della fontana e cominciate ad impastate. Aggiungete poco alla volta l'olio, il miele e lo sciroppo ottenuto con il vino - assicuratevi che non sia bollente - lavorare l'impasto fino ad ottenere un prodotto sodo e leggermente appiccicoso. Formate delle ciambelle (circa 17- 18cm di diametro). Infornare a 175° per 1 ora circa. Una volta cotti devono pesare all'incirca 400g.

CI SI DIVERTE MANGIANDO ...
Il Propato (Poperati, Puprèt, Pupurète, Prupate, Poperati, sembra che il nome sia di origine albanese...introdotti dai profughi albanesi arrivati nel Gargano) si tratta di una grossa ciambella dal colore scuro e dal profumo intenso di cannella e miele, sono conosciuti anche con il nome di “Propati della Zita”, perché tradizione vuole che questo dolce venisse offerto agli invitati al termine del banchetto nuziale, come segno di buon auspicio e nei giorni successivi a vicini di casa e conoscenti. Venivano preparati, di notte, pochi giorni prima delle nozze dalla madre della sposa, la sposa, da eventuali sorelle, amiche e vicine di casa. L’impasto abbastanza tonico era “ammorbidito” tenendolo al caldo vicino ad un braciere, o ad una stufa e poi … olio di gomito … per lavorarlo in maniera adeguata, renderlo caldo e liscio, pronto per essere “acciambellato”. Oggi con l’impastatrice si riduce notevolmente la fatica e la confusione. Ogni Propato finito deve pesare 400g (circa), deve essere bello biondo “scarccioffolato” e fragrante. La morte sua è intinto in un vino rosso corposo (suggerisco un Negramaro della Puglia). Esiste anche la variante con scaglie di cioccolato, ma non è l’originale!


Con questa ricetta partecipo al contest "Geografia in tavola"

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